
Hilde Domin inizia a scrivere nel 1951 e scrive poesie fino alla fine degli anni ’80.
La poetessa innalza la sua lirica a temi universali: la vita con il suo destino di esiliata, l’amore, la morte, la situazione di marginalità, il sentimento di resilienza, il coraggio di rinnovare “ciò che è perduto”. La sua poesia è volutamente antimetaforica e caratterizzata da un vocabolario semplice e colloquiale che con sapiente rarefazione e genuinità incontra il magico. Sopra tutto il grande amore per la lingua, per la forza della parola. La poetessa ebbe a dire: “Scrivo dunque, perché scrivo, da quando ho cominciato a scrivere. Ogni altra motivazione è una conseguenza. E’ la lingua. Da quando ho preso confidenza con lei, da quando è la mia compagna non posso più lasciarla. E’una passione, darle questa piccola spinta e sentire la vibrazione. Il tempo cessa completamente, come nell’atto d’amore”.